GROUNDING E SOCIETÀ

GROUNDING E SOCIETÀ

GROUNDING E SOCIETÀ

Il Grounding è la chiave di volta del lavoro bioenergetico.

Un buon radicamento consente infatti di raggiungere un naturale bilanciamento, una naturale solidità del corpo ed è la base per favorire lo sviluppo di movimenti, andamenti, atteggiamenti armonici.

Naturale è un termine particolarmente caro alla bioenergetica, perché nonostante proponga tecniche corporee non sempre semplici da affontare, l’obiettivo riguarda il recupero del proprio Sé originario, la nostra natura più profonda.

La posizione del Grounding, descritta anche in un articolo precedente, è una posizione di centratura e prevede piedi paralleli ai fianchi, alluci leggermente convergenti e peso del corpo per la maggior parte sugli avampiedi. Le ginocchia leggermente piegate e morbide, funzionano come degli ammortizzatori. Spalle, braccia e bacino sono rilassati. Anche il ventre è morbido. E’ una posizione in cui la persona si lascia scendere e favorisce lo scorrere dell’energia verso il basso, ovvero verso la scarica, il piacere, la liberazione.

La pressione dei piedi sul terreno può facilitare l’emergere di vibrazioni (spesso le persone dicono di sentire e vedere dei tremolii), che aiutano il corpo ad alleggerire la tensione e conseguentemente a recuperare più vitalità e scioltezza.

In parole semplici, la posizione del Grounding aiuta le persone a mettere e sentire i piedi per Terra!!!

E arrivando al nucleo di questo scritto, mi viene da aggiungere che ora più che mai questa società ha un estremo bisogno di persone con i piedi per terrra, persone che coltivino giorno per giorno il proprio Essere, senza confonderlo con il Fare, senza confondersi con l’Apparire, che hanno quindi appreso a distillare l’immagine dalla sostanza.

Essere ben radicati significa essere ben in contatto con il presente, con le emozioni, con la sessualità…esserci per sé stessi, esserci per l’altro, esserci per la società.

La posizione del Grounding richiama fortemente la metafora dell’albero, perché l’albero entra in contatto con la terra, si nutre, si sostiene grazie alle sue radici. Il fusto s’innalza al cielo come la nostra colonna vertebrale e i rami, al pari delle braccia, entrano in relazione con l’ambiente.

Il simbolo dell’Albero è presente anche nei King, un libro a me molto caro e spesso consultato… “L’albero sul monte cresce lentamente e in modo quasi impercettibile, si espande e dà ombra e così influenza con la sua natura tutto ciò che lo circonda. E’ dunque un esempio della forza attiva con cui un individuo migliora i costumi di chi gli sta intorno, coltivando coerentemente le proprie qualità morali. […] L’attributo penetrante del legno è un simbolo dell’influsso positivo che emana da un buon esempio.”

Diventare come alberi significa fare spazio dentro di sé ad uno sviluppo graduale ma al contempo duraturo, resistente alle mode e resistente alle tempeste della vita. Diventare come gli alberi significa rinunciare ad influenzare gli altri attivamente in maniera impulsiva – perché questo tipo di influenza risulta molto spesso effimera e superficiale – ma porsi in un’ottica di coltivare sé stessi nel mondo.

Lentamente e Profondamente.


BIBLIOGRAFIA

I King (1995), Astrolabio, Roma.
Lowen A., Lowen L. (1979), Espansione e Integrazione del Corpo in Bioenergetica, Astrolabio, Roma.